TRA I PONTI DI COMACCHIO
Svegliarsi il sabato mattina baciati dal sole invoglia subito ad uscire per girovagare in lungo e in largo. Approfittando della giornata splendente abbiamo deciso di visitare la “piccola Venezia”: Comacchio.
Venezia possiede senza dubbio una sua unica magia che nessuna altra città al mondo potrebbe mai imitare. Nonostante ciò Comacchio sembra essere un piccolo villaggio estraneo a ciò che lo circonda. Tra piccoli ponti e canali sembra proprio di essere stati catapultati in un paesino delle fiabe. Il punto di partenza del nostro piccolo tour è stato Trepponti, un ponte realizzato nel 1638 e costituito da ben cinque rampe e che unisce il canale navigabile “Pallotta”, proveniente dal mare, e il centro della città.
Da qui abbiamo seguito le indicazioni e il nostro spirito da esploratori attraversando ponti e canali e arrivando alle chiese del Rosario, dei Caduti, del Carmine e il Santuario di Santa Maria in Aula Regia. Una piccola sosta andava fatta anche al parco della Resistenza, dove sono collocate diverse iscrizioni in onore dei partigiani che hanno lottato per mantenere il loro territorio libero dai Tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. Da qui continuando a percorrere Corso Garibaldi siamo giunti al Monastero di Sant’Agostino. Si tratta di un edificio mutevole, che cambiò la sua funzione diverse volte fino agli anni ’60. Oggi però ciò che resta sono solo rovine di un edificio che un tempo doveva essere imponente e ricco di storia.
Per concludere il nostro giro siamo arrivati al Duomo, dove in occasione delle feste è anche stato collocato un albero di Natale. La Cattedrale che ammiriamo oggi risale al 1659 e venne costruita dove un tempo si ergeva la più antica sorella romanica del 708. Accanto al duomo si trova la Torre Campanaria, originariamente più alta e slanciata, ma ricostruita nel 1868 più bassa e tozza a causa di un crollo.
Tornando verso il nostro punto di partenza abbiamo attraversato un altro ponte storico della città: il ponte degli sbirri. Realizzato tra il 1631 e il 1635, questo ponte comprende tre arcate in mattoni e pietra d’Istria. Il nome deriva dai carceri mandamentali, che un tempo ospitavano i detenuti di Comacchio. Da qui si crea il principale snodo d’acqua della città rendendo possibile un tempo la navigazione sia verso il mare sia verso la città.
Sicuramente le luci natalizie e i presepi su piccole barche nei canali hanno reso questo luogo ancora più fiabesco, nonostante l’abbandono di alcuni edifici qua e là tra le vie. Ma sicuramente Comacchio è stata per noi una piccola isola fiabesca in cui lasciarsi trasportare in qualsiasi stagione.