UN VIAGGIO NEL TEMPO: CLASSIS RAVENNA

I tesori di Ravenna sono ben noti in tutto il mondo, chi non conosce i suoi splendidi mosaici? Ma quei mosaici sono solo una piccola finestra su questa città. Come conoscere meglio quindi la sua storia? Ve lo sveliamo portandovi con noi al Classis Ravenna, Museo della Città e del Territorio inaugurato a dicembre 2018.

Arrivati all’ingresso del museo restiamo subito affascinati dal recupero dell’edificio, un ex zuccherificio attivo dagli inizi del 1900 fino alla chiusura nel 1982. La cascata a mosaico che si riversa al centro della scalinata rimanda subito al simbolo centrale della città, il mosaico, trasportandoci gradino dopo gradino più vicini al nostro viaggio nel tempo. Varcata la soglia e pagato il biglietto (7€ intero o 5€ se ridotto) ecco che ci troviamo trasportati alle origini della città e mano nella mano il museo ci accompagna in un racconto, veniamo condotti lungo una linea del tempo in cui però non siamo più semplici spettatori ma in cui siamo parte stessa del museo. Molti sono infatti i video, i plastici, le ricostruzioni, un’idea nuova, moderna di museo in cui sembra che le opere d’arte dialoghino con lo spettatore. Un’idea di allestimento che ci ha piacevolmente sorpresi, mostrandoci una Ravenna che stringe amicizia con l’innovazione, fondendo in un perfetto connubio antichità, modernità, recupero e valorizzazione. Per ogni periodo storico sono presentate opere di diverso tipo quotidiane o di maggiore valore artistico, come se fossero piccoli scorci di un’epoca.  La sezione che ci ha colpiti di più è senza dubbio quella del porto di Classe, dove gruppi di anfore e non solo mostrano chiaramente l’enorme importanza commerciale della città di Ravenna. Anche qui il tutto è accompagnato da video che coinvolgono il visitatore trasportandolo davvero attraverso i secoli. Al termine della visita una piccola sezione è dedicata all’edificio stesso, parte anche lui della storia della città. Usciti dal museo potete vedere anche i binari che un tempo permettevano di trasportare lo zucchero per tutta Italia e non solo.

Non si tratta solo di un museo ma di un nuovo modo di vivere l’arte antica, un nuovo modo di comunicarla e valorizzarla.